Celiachia: patologia o moda?

Quante volte abbiamo sentito citare la parola glutine, negli ultimi anni?

Cos’è il glutine? È una proteina presente in alcune materie prime come il grano, il farro, il malto, l’orzo. Una proteina che, per i celiaci, è estremamente dannosa, in quanto tossica.

La celiachia, è una malattia autoimmune, cronica.

Non si guarisce dalla celiachia, ma non si prendono nemmeno farmaci per curarla: l’unico modo per stare bene è eliminare il glutine, che, come vedremo, è contenuto praticamente ovunque.

Perché per i celiaci, non solo non è possibile mangiare una bella pagnotta morbida di pane di grano 00, ma è vietata anche la contaminazione. Che cos’è la contaminazione? Molto semplice: mescolare un piatto di verdure prive di glutine con una forchetta che poco prima ha addentato un pezzo di pane. Tagliare un salume privo di glutine su un tagliere su cui prima vi è stata poggiata una focaccia.

Acquistare un pacco di riso confezionato in aziende che producono anche pasta di grano.

Quindi si, la celiachia è una malattia cronica, molto, molto seccante per i ristoratori.

Perché il rischio di contaminazione è dietro l’angolo e la maggior parte dei celiaci sta molto male non appena ingerisce una minima quantità di glutine.

Senza tediare spiegando di loghi ufficiali dell’associazione celiachia Italia, locali gluten free certificati, e tutto ciò che concerne la vita dei celiaci veri, purtroppo, a loro discapito, negli ultimi anni si sta sviluppando una moda stupida e preoccupante: il falso celiaco.

Colui che si reca al ristorante e chiede di mangiare senza glutine perché è leggermente celiaco…

La celiachia è una malattia che si ha o non si ha.

Ma c’è gente che crede che non mangiando glutine si dimagrisca.

Nulla di più errato e pericoloso.

Purtroppo, i panificati senza glutine, per raggiungere una discreta morbidezza (solitamente è proprio il glutine, ciò che regala la meravigliosa elasticità agli alimenti), necessitano di una quantità altissima di zuccheri.

Quindi, per esempio, una semplice fetta di pane in cassetta o un cracker senza glutine, solitamente ha un apporto calorico maggiore dei glutinosi.

E, questa “moda” porta tantissimi disagi ai celiaci veri che non vogliono rinunciare ad una cena fuori casa di tanto in tanto, perché questa falsa celiachia confonde i ristoratori. Perché, suddetti falsi celiaci, nel corso della stessa cena, sono capaci di mangiare un piatto di pasta senza glutine e fare la “scarpetta” con una bella fetta di pane normale, innaffiando il tutto con un bicchierone di birra di malto d’orzo alla spina.

Normale quindi che si prenda sottogamba un problema che è reale, in quanto altamente pericoloso.

Mangiare bene senza glutine si può, grazie sì, ai locali che offrono il servizio certificato, locali solitamente indicati sul sito ufficiale AIC (acronimo di Associazione Celiachia Italia), ma anche grazie al passaparola di blog, social, persone celiache o con familiari celiaci, che segnalano locali in cui poter mangiare tranquillamente senza avere il rischio di stare malissimo.

Locali che si riforniscono presso forni gluten free, innanzitutto, o in farmacia (dove, ricordiamo, i celiaci sono soliti fare la spesa con i ticket messi a disposizione dalle Asl), in cui è possibile trovare tutto ciò che possa fare felici i malati, grazie a marchi che operano nel settore da diversi anni con professionalità e sicurezza.

Gli stessi locali che poi, nonostante le dimensioni ridotte delle cucine, hanno perfettamente idea di cosa sia la contaminazione, per cui mettono una doppia attenzione ai piatti destinati ai clienti celiaci, utilizzando piatti puliti, guanti in lattice e superfici prive di farina o briciole.

In realtà non è difficile, basta solo farci l’abitudine, esattamente come succede in una famiglia in cui non tutti sono celiaci, e basta solo prestare un pizzico di attenzione in più.