Che cos’è la teologia pitagorica e quali sono gli assunti fondamentali

Come già scritto nella premessa, la teologia pitagorica deve mantenersi sul piano di una filosofia, in quanto essa si accosta, spontaneamente, a tutte le religioni più importanti.

Si accosta al cristianesimo attraverso il riconoscimento dell’uomo figlio della emanazione fisica, e quindi sacralizzato da essa.

Si accosta all’islamismo attraverso il riconoscimento dell’unico Allah inteso quale Dio all’ interno e al di fuori della emanazione.

Si accosta al Buddhismo attraverso la giustificazione del tempo necessario ad ogni individuo singolo (ed all’ umanità) per manifestarsi completamente. Tempo molto lungo, impossibile a superarsi in una sola vita.  Salvo nell’ultima vita.

Quale filosofia, il pitagorismo non dovrà mai diventare una gerarchia, a similitudine di quelle religiose, poichè in tal modo diverrebbe “un limitato” e perderebbe completamente la sua forza morale.

Anche l’ateismo, inteso quale “religione al contrario” sarebbe un “limitato”.

L’antica teologia pitagorica non ha mai preteso che si dovesse credere a ciò che non appare razionalmente giustificabile. Il pitagorismo da basso impero, ove Pitagora compiva miracoli, non vale per il nostro discorso.

Proprio in questo consiste la differenza tra filosofia e religione.

In altre parole, si può credere in Dio (o negli dèi) senza credere a tutto, sebbene il nostro sincero desiderio che tutto poi si concluda secondo ragione esista. La forzatura di far credere – per obbligo – con minaccia di punizioni – ciò che non si vede, e spesso e purtroppo  ciò che non è razionale, è una offesa alla intelligenza del genere umano, del quale sarà poi contraddittorio pretenderne la “centralità”-

Centrale rimane comunque in filosofia, o almeno nella filosofia pitagorica, la necessità di credere in Dio, in quanto da Dio (dalla sacralità della emanazione) dipartono tutte le esigenze morali che possono permetterci di comprendere il mondo in modo corretto.

In ambito filosofico, l’etica, la morale e la scienza devono rimanere ben distinte.

La scienza richiede un metodo particolare di conduzione del sapere, fondato sulla ripetitività dei risultati ottenuti, anche ammettendo un progressivo miglioramento degli stessi.

L’etica, in sè e per sè, non può vantare un proprio primato sulla scienza, in quanto ogni etica è un precotto confezionato da ideologie e religioni particolari.

Così, può esistere un’ etica cattolica, ma anche un’etica comunista, ed anche una dei nostalgici del Fűhrer… eccetera.

Tuttavia, la scienza, adoperata senza morale può diventare un giocattolo pericoloso che può portare – si può pensare – anche alla costituzione di un buco nero durante le sperimentazioni del  CERN sulla unità della materia.

Oppure può condurci alla ricostruzione di un mostro di Frankestein.

Si può dare, pertanto, potere all’etica, all’occorrenza, di fermare la scienza.

Però, non si può dare potere all’etica di affermarsi esclusivamente come il primato di una religione o di una filosofia, o di una ideologia.

Il primato dell’etica sulla scienza, ogni volta che occorra, sarà bene sia  dato per  legge condivisa, o comunque col consenso dei cittadini a livello privato, o di uno Stato, o anche del mondo, a seconda.  Ciò vale per qualsiasi problema si presenti.

La filosofia pitagorica è democratica e libera, in quanto mira al riconoscimento della sacralità della emanazione universale e all’ ottenimento della pace nel mondo.

La morale pitagorica è contenuta nella sacralità della decade. Nel bene che comprende il tutto, e nel male espressione del limitato.