Trovare lavoro, in Italia, durante una pandemia, diciamocelo, è un sogno.
Se poi, a trovarlo, è una persona non – più – giovane solo anagraficamente parlando, e questa condizione va dai 35 anni in su, è un miracolo.
Se a trovarlo è una persona dai 45 ai 65, è un’allucinazione.
Perché, nonostante le competenze acquisite negli anni, che dovrebbero essere un valore aggiunto, chi assume cerca di risparmiare, quindi o si butta sugli stagisti, pagine completamente bianche da scrivere con i contenuti che servono, o sul classico amico di un amico di un amico che non fa storie se lo paghi poco e senza contributi.
Questo sarebbe cosa buona e giusta se solo l’Italia non fosse un paese per non – più – giovani.
Ma, non solo così non è, dopo la crisi economica cominciata anni fa, culminata con i diversi lockdown dell’ultimo anno e mezzo, con la chiusura di piccole ditte individuali, di negozi o, addirittura grandi aziende, sulla cosiddetta piazza ci si è ritrovati tutti insieme appassionatamente.
Senza toccare minimamente il tasto, dolentissimo, del reddito di cittadinanza, cosa fare in questi casi?
Un tempo si scriveva un curriculum su un bel foglio protocollo, si fotocopiava e si andava al meraviglioso ufficio di collocamento a cui si lasciava la copia numero uno, quindi, si andava a bussare portone dopo portone, vetrina dopo vetrina, saracinesca dopo saracinesca. E si aspettava una chiamata, con la speranza che avvenisse subito.
Ora, invece, la ricerca è completamente affidata ai vari portali di ricerca lavoro presenti online. E, diciamocela tutta, quella speranza non è più così forte…
Citarne qualcuno sarebbe impossibile, sono veramente tantissimi, affatto variegati, sinceramente, perché chi cerca, proporrà la richiesta copia/incolla a tutti i portali, per cui le migliaia di persone che necessitano di lavorare, si ritroveranno con minori probabilità di chiamata. Entro i 35 anni.
Superata questa soglia di età, le risposte, se arrivano, saranno “gentile xxx, abbiamo analizzato la sua richiesta e purtroppo cerchiamo qualcuno con meno esperienza da poter formare, siamo certi che presto troverà anche lei il lavoro che cerca”, oppure, “la sua figura non è in linea con la nostra ricerca, distinti saluti”. I più sinceri scriveranno “la sua età è fuori target”.
I più pigri cestineranno senza rispondere. E sono la maggior parte.
Perché non importa che dall’altra parte ci sia tutta la voglia di rimettersi in gioco, e che si potrebbe essere genitori o zii di chi fa la ricerca, e non importa se una persona che era il mago di excel o la regina delle comunicazioni (e grazie ciò le aziende per cui hanno lavorato hanno avuto diverso successo negli anni passati, e che queste persone porterebbero privilegio, prestigio e denaro in qualsiasi posto in cui poggerebbero la propria schiscetta…), e non importa se, anziché stare davanti ad un pc, queste persone starebbero volentieri anche a scaricare casse in magazzino o alla cassa di un supermercato, purché assunte e pagate regolarmente.
Queste persone, ormai, sono inutili.
E curricula dopo curricula, portale dopo portale, la fiducia verso il mondo del lavoro diminuisce tutte le volte che non si viene nemmeno chiamati per un colloquio.
Tant’è. I portali online, in ogni caso, sono un discreto aiuto soprattutto per chi cerca, che si trova una marea di curricula da valutare, poco importa se la scelta sarà caratterizzata solo da un dato anagrafico e non dal resto.
Quindi, è in ogni caso opportuno iscriversi a tutti i numerosi portali di cerco/trovo lavoro, tenere sempre aggiornato il proprio curriculum evitando di mentire sull’età ed eliminando esperienze acquisite (un tempo era esattamente il contrario), e sperare nel sogno di una chiamata.
Oppure rivolgersi a qualche santo in Paradiso e santo non è stato scritto maiuscolo perché non è neanche in paradiso, a dirla tutta, ma in qualche bell’ufficio con il pavimento in marmo rosa di Carrara intarsiato, la scrivania in radica di cocco maldiviano e poltrona in pelle di coccodrillo albino dell’Amazzonia.