Cosa è il danno biologico e come si calcola

Spesso e volentieri anche nelle notizie che vengono diffuse dai telegiornali si sente parlare di danno biologico. Ebbene, si tratta di una vera e propria lesione che ha ad oggetto l’integrità dal punto di vista fisico o psichico di una persona.

Tutti coloro che sono stati colpiti da una patologia professionale o da infortuni occorsi durante l’attività di lavoro hanno il diritto a ottenere prima di tutto le prestazioni previdenziali. In seconda battuta, hanno diritto anche a ottenere il risarcimento completo di ogni tipo di danno, compresi ovviamente quelli patrimoniali, ma pure quelli non patrimoniali.

Il significato di danno biologico

Quando si suole parlare di danno biologico, è necessario fare riferimento alla definizione, che si trova nel comma 2 dell’articolo 139 del Codice delle assicurazioni private. Ebbene, Il danno biologico viene, quindi, riferito come una lesione, che può avere natura temporanea oppure definita in merito all’integrità psicofisica di una persona. Tale danno può essere accertato e valutato dal medico legale e va incidere direttamente sulla quotidianità del danneggiato, anche se bisogna capire come ottenere il risarcimento del danno biologico.

La definizione di danno biologico è ora modificata da parte del disegno di legge numero 2085 del 2015. In questa normativa, si parla in modo specifico delle lesioni, spesso e volentieri di bassa entità, che sono causate da degli incidenti stradali e che non comportano una percentuale di invalidità superiore al 9%. Infatti, tale disposizione riguarda in realtà tutti quei casi in cui la persona è colpa da danni alla salute per colpa di una condotta illecita posta in essere da altri soggetti.

Per fare in modo di poter individuare il pregiudizio di natura biologica, serve che ci siano dei requisiti ben determinati. Nello specifico, si deve trattare di una lesione di natura fisica o psichica di un soggetto. Non solo, dato che il secondo requisito è rappresentato dalla compromissione delle attività vitali del soggetto, in senso chiaramente molto esteso. Infine, il terzo requisito che deve essere soddisfatto è relativo alla presenza di un nesso causale che deve intercorrere tra la lesione che viene subita e lamentata dal soggetto e la compromissione delle attività vitali dello stesso.

Come si effettua il calcolo del danno biologico

Come si può facilmente intuire, tutti i vari pregiudizi biologici si possono considerare a tutti gli effetti dei danni alla salute. Questi ultimi, quindi, vanno dimostrati necessariamente tramite una certificazione di carattere medico. Solo a questo punto, ecco che si potrà procedere con il calcolo del risarcimento che effettivamente spetta alla vittima.

È abbastanza facile intuire come non è affatto semplice individuare questo tipo di risarcimento in relazione a un danno che non ha natura patrimoniale. Difatti, per quanto riguarda il calcolo del danno biologico, quando è di entità piuttosto lieve, è disciplinato direttamente dalla legge, che va a enucleare dei criteri ben determinati di liquidazione. Si parla, in questi casi, di micropermanenti, per fare riferimento a lesioni che non comportano più del 9% di invalidità.

Per poter effettuare il calcolo riferito alle macrolesioni, ovvero a quelle lesioni che procurano oltre il 9% di invalidità, si prende inevitabilmente in considerazione una serie di tabelle, che sono state sviluppate dal Tribunale di Milano e che vengono applicate su tutto il territorio italiano. In questo modo, si può effettivamente determinare l’importo del pregiudizio che è stato subito e, di conseguenza, effettuare il calcolo del risarcimento derivante dal danno biologico. Le singole poste che lo compongono vengono accertate singolarmente e quantificate in base a quelli che sono gli aspetti peculiari del danneggiato, in relazione alla responsabilità sia contrattuale che extracontrattuale.

La liquidazione equitativo del danno biologico

Come si può facilmente intuire, il danno biologico deve essere liquidato per forza di cose in via equitativa, dal momento che non può essere determinato dal punto di vista tipicamente reddituale oppure economico. Secondo quanto viene sancito dall’articolo 1226 del Codice Civile, nel caso in cui il danno che è stato subito da parte della vittima non si possa provare e determinare in un importo ben preciso, ecco che deve essere liquidato dal giudice in via equitativa.

Ed ecco, quindi, che intervengono le tabelle sviluppate dal Tribunale di Milano, che sono state considerate da parate della Corte di Cassazione come il solo criterio valido in termini di valutazione equitativa per quanto concerne tutte quelle lesioni di entità non lieve, quindi che vanno dal 10 al 100 percento.

Come si possono salvaguardare i diritti delle vittime

Tutti quei soggetti che hanno subito un danno biologico dovrebbero affidarsi a degli esperti del settore, Nello specifico, l’Osservatorio Vittime del Dovere e l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, offrono una consulenza specifica, per cercare di tutelare i diritti delle vittime.

Si tratta di una tutela chiaramente dal punto di vista legale, ma che comprende anche un servizio di assistenza sanitaria, proposto in via del tutto gratuita per tutti quei soggetti che sono risultati delle vittime, con l’intento di salvaguardare il più possibile i loro diritti.