Nel marasma della crisi mondiale, delle chiusure di migliaia di aziende, della disoccupazione che ne consegue, spesso in età non più papabile per le ditte che assumono, con un portafoglio desolatamente vuoto e nessuna possibilità di poter investire in un affitto, per non parlare di scaffalature, e magazzino, più capitale sociale e quant’altro, sorgono come funghi nuovi negozi online, complici anche le infinite pubblicità viste sui social che ti invitano ad aprire il tuo e-commerce senza alcuna spesa…
Ma è davvero così?
Analizziamo il fenomeno, senza parlare una lingua che verrebbe capita solo da un popolo di nerd che, grazie a Dio, non ha bisogno di alcuna spiegazione.
Partiamo, per esempio, con l’hobbistica.
Mettiamo che sei una donna di quasi 50 anni, con la grandissima passione per le api, i fiori e tutti gli insetti che impollinano, perché sei consapevole che la Terra, senza di essi, avrebbe pochi anni di vita prima dell’estinzione.
Decidi, quindi, di creare dei deliziosi sacchetti in stile Shabby Chic con dei semi di fiori particolarmente amati da queste piccole creature, da vendere come ricordini e bomboniere per gli eventi da ricordare, affinché, chi li riceva, piantandoli, non solo ricordi piacevolmente l’evento a cui ha partecipato, ma riempia i propri balconi, davanzali, terrazze, giardini, di fiori che richiamano api, bombi, farfalle e quant’altro.
Non hai alcuna possibilità economica per poter accedere ad una piattaforma a pagamento e non sei nemmeno particolarmente brava con il computer.
Bitrix è la piattaforma che fa per te, non hai bisogno di registrare un dominio, è completamente gratuita, sì, è base, e i contenuti che puoi pubblicare sono pochi, ma nel tuo caso, questa piattaforma può essere perfetta per te, anche perché, se le vendite vanno bene, puoi fare il salto e investire una piccola somma per aggiungere contenuti e per dare un nome che non sia impossibile da ricordare al tuo sito.
Un po’ di dimestichezza coi social, per promuovere i tuoi prodotti (Instagram e Facebook Business sono completamente gratuiti), una rete di amici che condivida i tuoi contenuti, e il gioco è fatto! Certo, i guadagni non sono altissimi, soprattutto i primi tempi, ma, appunto, essendo gratis, come si dice? A caval donato, non si guarda in bocca!
Sempre in tema di risparmio, il consiglio da seguire, per avere una buona resa per una minima spesa, è il Dropshipping.
In pratica, detto molto grossolanamente, è il famosissimo Conto Vendita, ma senza magazzino, affitto, scaffali ed altro.
Sempre parlando terra-terra, prendendo ad esempio il settore merceologico dell’abbigliamento, la spiegazione è: sono un grande marchio. Solitamente vendo in franchising. Distribuisco la mia ultima collezione nei negozi autorizzati, esclusivisti, nelle boutique.
Se va molto bene, io, grande marchio, continuo il rifornimento a questi canali. Se, però, qualche capo non è particolarmente gradito, resta sugli scaffali, fin quando sopraggiungono i saldi di fine stagione. Qualcosa resta e le boutique devono fare spazio alla nuova collezione, quindi mi inviano l’invenduto, che io, in ogni caso, distribuirò nei vari Outlet distribuiti sulle Penisola.
Se anche qui qualcosa resta sul groppone, cosa ne facciamo?
Li vendiamo ai canali Dropshipping!
I quali, facendo pagare un canone annuale, ti consentono di avere una vetrina visibilissima online coi prodotti presenti in magazzino.
Il tutto corredato dalle foto originali dei prodotti, descrizione e tutto quello che possa servire ad una piattaforma online per rendere chiaro e appetibile il prodotto.
Il prezzo, ça va sans dire, è di almeno 3 volte più basso di quello di listino.
La tua spesa? L’abbonamento al canale dropshipping ed ad una piattaforma di vendita online quale WordPress.
Anche in questo caso, i tuoi migliori amici saranno i vari social su cui condividere le foto del prodotto, magari aggiungendo il tocco di un Copywriter che rende il capo di abbigliamento ancora più interessante di quello che già la foto possa suggerire…
Insomma, la strada, per un piccolo, piccolissimo imprenditore, non è semplicissima, ma si può fare, n’est-ce pas?