I veri significati della morte

Conoscere il motivo della morte è utile per provare a non perdere in un certo senso il controllo della situazione, soprattutto per i familiari, che vivono il lutto come una improvvisa e grave mancanza nella propria vita. Ma quali sono i veri significati della morte?

Significati della morte: quali sono

A volte la morte può essere vissuta come una liberazione dai limiti dell’individualità: questo vuol dire che l’uomo (non più individualizzato) o il suo spirito (liberato dai caratteri personali) subisce un totale assorbimento a qualcosa che non è dato sapere.

Un’ulteriore rappresentazione escatologica vede la morte come passo in cui si comprende una dimensione in assoluto diversa da quella terrena, una dimensione libera dalla peccaminosità e incorruttibile, caratteristiche queste tipiche della carnalità.

Infine ci può stare l’identificazione del defunto (o della sua anima o del suo doppio) con il dio, modello tipico dell’immortalità, del senza tempo, del senza corruzione. A volte, nei casi in cui la morte è vista come passaggio ad altro stato, è importante uno specifico comportamento dell’uomo (osservanze rituali, purificazione dal peccato, innocenza ecc.), o pure una “rivelazione” di inizializzazione, che per!etta all’uomo di concepire la realtà centrale contenuta implicitamente nella morte, la sua funzione schiacciante del nuovo ciclo di vite.

In ogni religione si crede che dopo la morte ci sia un’altra vita. Per il Cristianesimo i buoni sono destinati al paradiso, dove vivranno uno stato di eterna beatitudine, mentre i cattivi vanno all’inferno, dove saranno sottoposti a supplizi indicibili. I cattolici nel medioevo parlano poi di un luogo intermedio, il purgatorio, dove i peccatori che hanno avuto pentimento in vita si caricheranno dei castighi per espiare le proprie colpe e salire in paradiso.

In Cina invece, quando un cinese muore il corpo si crema e le ceneri si conservano in una urna (“gu hui xian”) che, di solito, è tenuta fino al giorno delle esequie. La preparazione al funerale include la preparazione di piccoli quadrati di argento e di pezzetti di carta gialla che fungano da denaro. Le Tombe sono uguali per tutti.

La terminologia funebre

Nella terminologia funebre ci sono moltissime parole i cui significati sono particolari, come particolari sono i termini stessi. Termini come estumazione, esequie o feretro hanno una derivazione molto antica e il linguaggio comune le sta persino un attimo accantonando.

Qual è il significato di feretro? Sicuramente indica l’involucro mortuario che si usa per la conservazione di un individuo deceduto. Quando arriva la morte di un soggetto, in diverse religioni, in moltissime le zone del mondo si mette il cadavere dentro un contenitore detto volgarmente “cassa da morto”. Si può per questo pensare al termine “feretro” una versione di gran lunga più elegante dell’accezione, più comune tra la popolazione italiana, di “cassa da morto”.

Allo stesso tempo ci sono parole difficili, quasi auliche, spesso in latino a cui si dà un attinenza semantica con la morte e la ritualità dei funerali, come il caso di termini quali “ad libitum” e “nequizia”. Anche se la prima parola vuol dire “a volontà” e fa riferimento alla possibilità di accumulare delle grosse quantità, appunto “senza limite”, la conoscenza mancata del termine lo fa sembrare un vocabolo del “dizionario mortuario”.

Lo stesso vale anche per esequie, che non sarebbe altro che il significato di “funerale”. Un modo un po’ più dotto per parlare, ma con lo stesso significato di pompe funebri.

E per il significato del termine estumulazione, esso è tra le parole italiane difficili che hanno a che fare con un funerale e in genere con il linguaggio usato in necrologia. Esso indica l’atto di recupero della salma mortuaria a distanza di tempo dalla data di seppellimento del loculo.