Per l’innovazione italiana industriale sono in corso importanti cambiamenti, ed anche nuove sfide. E questo attraverso Industria 4.0 che, infatti, va a segnare un cambiamento radicale per l’automazione a partire dai sistemi di marcatura industriale, e passando per l’uso di sistemi intelligenti.
E’ in corso la quarta rivoluzione industriale
Le smart technologies, nei processi industriali manifatturieri, rappresentano in sostanza la base della quarta rivoluzione industriale che apporterà nel tempo cambiamenti che sono già in corso a livello occupazionale.
Nel dettaglio, l’automazione porterà alla perdita di milioni di posti di lavoro nel mondo, proprio in ragione dell’uso diffuso di robot nei processi industriali, ma nello stesso tempo servirà nuova manodopera specialistica.
Il che significa che per rimanere in futuro occupati i lavoratori dovranno essere altamente formati in quanto la produzione, in molti settori economici, tenderà ad essere sempre di più informatizzata ed automatizzata.
Il Piano nazionale Impresa 4.0
Sebbene i maggiori sviluppi si siano registrati da un paio d’anni a questa parte, di Industria 4.0 si parla già dal 2012 in Germania dove, con lungimiranza, si è puntato ad accrescere la competitività dell’industria manifatturiera tedesca grazie proprio all’informatizzazione ed all’automazione.
Con le dovute differenze, in Italia è stato poi varato il Piano nazionale Impresa 4.0 per agevolare le imprese a cogliere tutte le opportunità legate strettamente proprio alla quarta rivoluzione industriale.
Le misure del Piano nazionale Impresa 4.0, già denominato Industria 4.0, sono concrete, operano in una logica di neutralità tecnologica, intervengono con azioni orizzontali e non verticali o settoriali, ed agiscono pure sui fattori abilitanti.
Le previsioni sull’innovazione industriale, dalla flessibilità lavorativa alle nuove tecnologie
Si stima che già tra 2-3 anni gli effetti legati ad Impresa 4.0 saranno rilevanti e tangibili sulla flessibilità lavorativa, e sulla nascita di nuove professioni attraverso la diffusione e l’adozione a macchia d’olio del cloud, dell’intelligenza artificiale e dell’IoT, ovverosia dell’Internet of Things.
Sebbene trattasi solo di stime, la quarta rivoluzione industriale non sarà indolore a livello occupazionale in quanto, stando alle previsioni che sono riportate su ‘The Future of the Jobs’, un rapporto che è stato presentato al World Economic Forum (WEF), si andranno a creare nel prossimo triennio 2 milioni di nuovi posti di lavoro, ma nello stesso tempo quelli persi, su scala globale, saranno ben 7 milioni con un saldo netto che, quindi, è negativo per 5 milioni circa di posti di lavoro.
Industria 4.0 in Italia, analisi e prospettive
In Italia, almeno stando alle previsioni dell’attuale Governo in carica, ed in particolare del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), gli effetti legati ad Industria 4.0 dovrebbero essere mitigati a livello di perdita di posti di lavoro.
Si stima infatti una perdita di 200 mila posti di lavoro, ma ci sarà la contestuale nascita di altrettante nuove opportunità lavorative specie nei settori che spaziano dall’informatica all’ingegneria, e passando per la finanza e per il management. Mentre il saldo è atteso negativo nei comparti legati direttamente e indirettamente all’amministrazione ed alla produzione.