Inevitabile che quando si parla di caffè espresso si faccia riferimento a uno dei simboli della tradizione italiana. In fondo, è difficile paragonarlo unicamente a una bevanda. Invece, per il significato che porta con sé, è più corretto paragonare il consumo di un buon caffè a un’esperienza sensoriale davvero completa sotto tutti i punti di vista.
È abbastanza facile intuire come sia necessario individuare una qualità di caffè sufficientemente alta per poter apprezzare davvero la bevanda che si sta gustando. In tal senso, val la pena dare un’occhiata alla piattaforma online di Pasqualini, in cui si possono trovare svariate tipologie di prodotti, comprese le capsule di caffè di alta qualità. Una volta scelto e acquistato il caffè più adatto, l’esperienza di degustazione non è così semplice e banale come tanti potrebbero pensare.
L’esame della vista
No, non ci stiamo riferendo al classico esame diagnostico che si effettua dall’oculista, quanto piuttosto ad una vera e propria valutazione visiva. Si tratta del primo passaggio nel percorso di degustazione del caffè espresso. Il primo elemento da osservare con attenzione è la crema: si tratta di una schiuma piuttosto sottile, che tende a formarsi direttamente sulla superficie della bevanda. La crema di maggiore qualità è quella che presenta una tonalità fortemente nocciola che si distribuisce in maniera uniforme, con uno spessore che non supera pochi millimetri.
L’aspetto che fa veramente la differenza per quanto riguarda la crema dell’espresso è dato dall’elasticità. Nel momento in cui si procede a mescolare la crema, quest’ultima dovrebbe tendere a chiudersi molto rapidamente: se così fosse, sarebbe chiaro che l’estrazione è andata molto bene. La colorazione della crema deve denotare un certo bilanciamento, ma è meglio scordarsi tonalità eccessivamente chiare, che invece indicherebbero una sotto-estrazione. Qualora la colorazione fosse troppo scura, tutto lascerebbe pensare a una sovra-estrazione.
L’esplorazione dal punto di vista aromatico
Dal punto di vista aromatico, l’attività di degustazione passa attraverso una vera e propria fase di esplorazione. In questo senso, una volta che la tazzina di caffè espresso sarà vicina al vostro naso, dovrete inspirare in maniera profonda. Sono proprio gli aromi che fungono da veri e propri indicatori della qualità del caffè. Nel caso in cui doveste notare dei sentori di legno, piuttosto che odore di bruciato, è chiaro che qualcosa nell’operazione di estrazione del caffè espresso non è andato per il verso giusto.
Un caffè di una certa qualità dovrebbe senza dubbio sprigionare una serie di aromi piacevoli e, d’altro canto, decisamente complessi. Dalle note più fruttate fino ad arrivare a quelle floreali e così via. In fondo, gli aromi sono il frutto di una specifica attività di torrefazione e di un’estrazione effettuata in maniera attenta e precisa. Solo in questo modo, le reali fragranze del caffè hanno in modo di svilupparsi e diffondersi.
L’ultimo passaggio, la degustazione
Ecco l’ultimo step della fase di degustazione, quella in cui è il senso del gusto a entrare in gioco. Stiamo parlando ovviamente dell’assaggio. Dopo aver mescolato leggermente e lievemente il caffè espresso, per favorire una migliore uniformità e integrazione tra i vari aromi e sapori, finalmente è giunto il momento di bere il caffè.
Il primo sorso dovrebbe essere sempre un passaggio fondamentale per valutare il caffè, trasmettendo una certa e concatenata serie di aromi e sapori. Da questo punto di vista, è chiaro che l’assaggio rappresenta la fase più appagante e che regala maggiori soddisfazioni. È facile intuire come la caffeina sia piuttosto amara, ma se l’espresso è davvero di qualità, ecco che sarà controbilanciare tale caratteristica con altri aspetti gustativi. Come si può facilmente intuire, lo zucchero dovrebbe essere evitato, visto che va a sovrapporsi e a sovrastare agli altri ingredienti e sapori.