Ormai, lo sappiamo, il calcio moderno ha perso la quasi totalità delle bandiere. Certo, di grandi giocatori ce ne sono anche adesso, però l’essere una bandiera, faceva di un ottimo giocatore una vera e propria leggenda.
In ogni principale campionato troviamo idoli delle tifoserie. In Italia ci sono stati i vari Baresi, Facchetti, Maldini, Del Piero e Totti solo per citarne alcuni. In Spagna possiamo citare Di Stefano, Casillas, Xavi e via dicendo. E così via per Germania, Francia, Portogallo e Olanda.
Ma c’è un campionato in particolare che è pieno di giocatori così: la Premier League, o più correttamente la massima serie del calcio inglese.
Alcuni sono più famosi di altri come ad esempio George Best, Bobby Charlton, Eric Cantona mentre altri sono un po’ meno conosciuti come Bill Nicholson, al Tottenham per 36 anni inizialmente come giocatore e poi da manager. Ma per i tifosi inglesi sono decine e decine le leggende della Premier League. Ogni squadra ha le sue che, puntualmente, vengono ricordate con cori, eventi ed altro ancora.
Potreste obiettare dicendo che il campionato inglese fino agli anni 80/90 non era proprio al livello di quello italiano; non solo per qualità di gioco ma anche per la concezione stessa del calcio.
Fino agli inizi degli anni 90 vedevamo molti giocatori inglesi che fisicamente non erano “tirati” come quelli italiani; spesso si vedevano giocatori con la tipica pancetta inglese, prevalentemente derivante dalla birra, e fisici molto più robusti abituati ad un calcio molto più fisico rispetto agli altri.
Con l’arrivo della definitiva globalizzazione del calcio moderno, anche gli inglesi si sono adattati alla mentalità che ha influenzato tutto il mondo calcistico internazionale e anche loro ora sono molto più attenti alla forma fisica e grazie all’arrivo di allenatori stranieri esprimono varie tipologie di gioco ma, fortunatamente, hanno mantenuto quasi inalterato l’aspetto un po’ più fisico; quello dei contrasti decisi e dei tackle che vengono acclamati dai tifosi quasi come un gol.