Previsioni PIL 2020: la seconda ondata frena la ripresa

Se i dati del terzo trimestre, specie nel nostro paese, facevano intravedere un bagliore di speranza per l’economia del nostro paese, l’avvento della seconda ondata della pandemia ha, di fatto, riposto nel cassetto i sogni di una solida ripresa economica. L’aumento dei contagi, purtroppo, è stato consistente in tutta Europa.

E se nella prima ondata la prima ad aprire le danze delle restrizioni da imporre ai propri cittadini è toccato all’Italia, nella seconda l’ingrato compito è toccato alla Francia: con contagi stabilmente in aumento di oltre 50000 unità giornaliere, Macron ha dovuto “alzare bandiera bianca” ed annunciare un nuovo lockdown per la propria nazione.

Le nuove restrizioni e il crollo dei consumi

Sulla falsariga del modello francese, poi, si sono mosse sostanzialmente tutte le altre nazioni del Vecchio Continente, adottando un lockdown che, a differenza di quanto avvenuto lo scorso marzo, prevede fabbriche ed aziende aperte, mentre i centri commerciali ed una fetta consistente di negozi al dettaglio hanno dovuto alzare nuovamente le saracinesche.

Nuove restrizioni che hanno dimezzato l’ottimo recupero fatto registrare nel terzo trimestre dall’economia europea, precludendo la possibilità ai cittadini europei di poter compiere alcune azioni che fanno parte della loro quotidianità, come bersi un caffè al tavolo di un bar, mangiare una pizza nel proprio ristorante preferito o fare shopping.

Unico dei pochi svaghi concessi durante il lockdown provengono da internet e poco altro: tra un film su Netflix, piuttosto che una stuzzicante webcam su www.sexyguidaitalia.com, gli abitanti del Vecchio Continente cercano un po’ di relax e spensieratezza, con l’intento di distrarsi dall’inevitabile ansia che crea la pandemia.

I consumi, nonostante il sensibile incremento fatto registrare da Amazon, sono nuovamente crollati nell’ultimo mese. Ed il trend, col Natale ormai alle porte, rischia di prolungarsi ancora per svariati mesi. Le stime del Prodotto Interno Lordo europeo, di conseguenza, sono state nuovamente riviste al ribasso: -7,8% per l’area €uro, inferiore di soli quattro decimi per l’intera Unione Europea.

PIL italiano a picco

Anche il nostro paese, per quanto ovvio, è stato profondamente toccato. Se lo scorso trimestre i segnali di una ripresa si erano fatti sentire in tono più vigoroso rispetto ad altre nazioni, l’avvento della seconda ondata ha fatto nuovamente prevedere una contrazione del PIL superiore al 10%.

E se sino a qualche settimana fa si ipotizzava un ritorno ai livelli pre-pandemia entro la fine del 2021 o nel primo semestre del 2022, oggi, invece, le ipotesi sono certamente più cupe. Secondo gli studi dell’Unione Europea, infatti, il Belpaese tornerà ai livelli pre-covid, nella migliore delle ipotesi, alla fine del 2022, molto più realisticamente nel secondo semestre del 2023.

I dati dell’economia, inoltre, peseranno significativamente anche sul nostro debito pubblico. Il rapporto deficit/PIL passerà dall’1,6% del 2019 al 10,8% di quest’anno, mentre il debito pubblico passerà dal 134 al 158% in un solo anno. Numeri che fanno ben capire quale sia la portata della pandemia e come, purtroppo, mostrerà i propri riflessi anche nell’immediato futuro.

Il detto “mal comune, mezzo gaudio” non è mai consolante. E men che meno lo è in una situazione come quella attuale, con la pandemia che miete vittime e contagi. Anche il resto dell’Europa, però, non se la passa bene. Anzi, qualcuno ha fatto registrare anche un rallentamento dell’economia ancor più marcato di quello italiano, come il caso ad esempio della Spagna (- 12,5%).

Riviste in peggioramento le stime relativa a Francia (-10%), nazione maggiormente colpita dalla seconda ondata della pandemia, e Germania (-5,8%), anche se a Berlino, visti i pesanti segni negativi delle altre economie europee, non si possono certamente lamentare: la locomotiva tedesca, seppur zavorrata dal Covid, è chiamata a tirare la carretta della zoppicante economia del nostro Continente.