Referendum Costituzionale 2016: gli scenari in caso di vittoria del “No”

Il referendum costituzionale 2016 è ormai questione di poche settimane e il confronto politico si è fatto serratissimo. La campagna referendaria è entrata nel vivo e entrambi gli schieramenti puntano a convincere la platea di coloro che ancora non sanno cosa votare.

Ma mentre infuria il dibattito gli analisti e gli esperti di politica si interrogano su quali potrebbero essere le conseguenze in caso di vittoria del “No” al referendum costituzionale del 2016. Cosa accadrebbe nel caso in cui la riforma costituzionale tanto voluta da Matteo Renzi venisse bocciata nella decisiva prova delle urne?

Se vince il “No” cosa farà Renzi?

Prima di tutto va detto che una eventuale vittoria del “No” al referendum costituzionale 2016 segnerebbe quasi certamente la fine dell’avventura di Matteo Renzi alla guida del Governo. Subito dopo l’esito del voto, se la riforma costituzionale dovesse essere bocciata, il premier rimetterebbe il proprio mandato nelle mani di Mattarella.

Questa conseguenza appare inevitabile a molti, considerando come Renzi stesso abbia personalizzato il referendum costituzionale 2016, legando il suo buon esito alla sua permanenza a Palazzo Chigi. Errore strategico o meno, risulta chiaro a tutti il fatto che un Renzi ancora premier dopo una sconfitta su un tema così importante sarebbe depotenziato e destinato ad un lento e inesorabile logoramento.

Se Renzi si dimette, cosa succede?

Nel caso in cui Renzi dovesse perdere il referendum costituzionale 2016 e quindi dimettersi, si aprirebbe la strada verso un esecutivo a tempo, chiamato a garantire l’approvazione della Legge di Stabilità e a cambiare la legge elettorale. Sono infatti molti, anche nel PD, che considerano l’Italicum sbagliato così come è stato approvato e che spingono per delle modifiche sostanziali, ancora più profonde di quelle promesse da Renzi a Cuperlo nel corso della Leopolda.

Renzi a quel punto rimarrebbe segretario del PD e punterebbe a far durare il governo il meno possibile, giusto il tempo necessario per far passare l’ex Finanziaria e approvare una nuova legge elettorale.

Obiettivo dell’attuale premier, in caso di sconfitta al referendum costituzionale 2016, sarebbe infatti quello di andare ad elezioni entro la fine della prima metà dell’anno prossimo, per provare a riprendersi la leadership nel paese attraverso le elezioni politiche, passaggio che fino a questo momento è mancato e che a Renzi viene rimproverato da più parti.

Elezioni presto per evitare problemi nel PD

Ma Renzi spingerebbe per elezioni ben prima della naturale scadenza della legislatura anche per evitare che all’interno del partito riprenda quota la minoranza, forte del fatto di avere ancora un certo peso in Parlamento. referendum-costituzionale-ottobre-2016

E’per questo che l’attuale premier andrebbe ad elezioni il prima possibile, ma questa opzione, in caso di sua sconfitta al referendum costituzionale 2016, dipenderà anche dall’entità della stessa. Quel che è certo è che con la vittoria del “No” la resa dei conti nel PD si aprirebbe subito e gli esiti potrebbero essere imprevedibili.

L’incognita Quirinale

Al di là di tutto, anche delle pressioni per modificare la legge elettorale e tornare ad un sistema elettorale proporzionale, che secondo alcuni eviterebbe sicuramente il concretizzarsi di un possibile governo a guida M5S, bisognerà anche capire cosa vorrà fare Sergio Mattarella.

Infatti spetterà a lui, una volta chiuse le urne e annunciati i risultati del referendum costituzionale 2016, fare una sintesi e cercare di capire quale sia la strada migliore da percorrere per il bene del Paese e delle istituzioni.