Tipologie di mascherine con filtro e senza: quale scegliere?

Adesso che le mascherine sono diventate parte della nostra vita quotidiana sono uscite sul mercato una vasta gamma di protezioni che vanno dalle mascherine igieniche alle mascherine chirurgiche fino alle mascherine filtranti che sono dispositivi di protezione individuale (DPI) e si dividono in tre varietà principali : FFP1, FFP2 e FFP3. Per finire troviamo le mascherine riutilizzabili e lavabili o mascherine di stoffa , una scelta sicura sopratutto se vi è la possibilità di rimuovere e sostituire il filtro.  

Mascherine con filtro

  Le maschere di stoffa sono diventate un’ottima opzione poiché, oltre a essere fatte in casa, possono essere acquistate con disegni originali e personalizzate costituendo un’opzione consigliata per fermare la diffusione del coronavirus  ma è sempre fondamentale che siano sicure, efficienti e dotate di un filtro che è l’elemento che fornisce protezione dagli agenti inquinanti e consente una migliore protezione rispetto alle mascherine con le valvole. I filtri per mascherine sono una sorta di striscia filtrante in tessuto che deve essere posizionato nella tasca interna delle mascherine. Solo i filtri UNE-EN ISO 14683: 2019, in termini di maschere chirurgiche, e UNE 0065: 2020, in termini di maschere igieniche, sono quelli approvati.  Questi dispositivi possono essere acquistati tramite piattaforme di e-commerce come Ebay o Amazon che offrono un’ampia selezione di filtri omologati, in grado di inibire l’azione di tutti i tipi di materiali, dai pollini o particelle inquinanti, a gas tossici causati da materiali chimici. I prezzi di questi filtri vanno dai 10 ai 25 euro a seconda del tipo e del numero. In caso di mascherine con filtro antiparticolato si possono trovare tre modelli di filtro (P1, P2 e P3)ed è possibile pulire e disinfettare la mascherina,ì stessa ma non il filtro che deve essere sostituito.  

FFP1, FFP2 E FFP3

  Le mascherine migliori sul mercato sono le FFP2 E FFP3. Le prime hanno una capacità di filtrare di almeno il 98%, le seconde del 92%, ed entrambi sono adatte nei luoghi dove l’aria respirabile può essere contaminate e contenere sostanze dannose per la salute. Le mascherine classificate come FFP1, sia con valvola che senza valvola, possono essere utilizzate, in assenza dei modelli precedentemente indicati, e chiaramente hanno una capacità notevolmente inferiore di protezione e filtraggio. Alcuni consigli sul loro corretto impiego: prima di indossarle è necessario lavarsi accuratamente le mani. Nel momento in cui si indossano è necessario che bocca e naso siano ben coperte e che la mascherina aderisca bene al volto. Bisogna evitare assolutamente, mentre la si indossa, di toccare la mascherina con le mani specie sulla superficie che verrà a contatto diretto con la bocca. Quando diventa umida deve essere sostituita con una nuova. Per toglierla deve essere presa dall’elastico e successivamente smaltita correttamente. Dopo essersela tolta è necessario lavarsi accuratamente le mani.  

Mascherine di tipo N99 e N95

  Questi sono maggiormente efficaci quando si tratta di proteggersi dalle particelle virali. Per questo motivo sono raccomandate principalmente per gli operatori sanitari poiché entrambe sigillano al superficie intorno al naso e alla bocca in modo che le particelle non possano passare e sono composte da fibre che filtrano i corpi patogeni presenti nell’aria. Secondo un recente studio pubblicato sul Journal of Hospital Infection, le N99 sono riuscite a ridurre il rischio di infezione di una persona del 94%-99% dopo 20 minuti di esposizione in un ambiente altamente inquinato. Le N95, da parte loro, offrivano quasi la stessa protezione e sono lo standard per i dispositivi di protezione individuale che proteggono l’utente da goccioline e particelle sospese nell’aria, come il coronavirus. Una maschera in tessuto o una mascherina chirurgica protegge gli altri dalle gocce che chi lo indossa potrebbe espellere ma mettono a repentaglio dalle minacce che provengono dall’esterno avendo una bassa capacità di filtro.   Uno studio dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign (Stati Uniti) ha cercato di trovare un metodo per decontaminare, filtrare e regolare i dispositivi medici. I ricercatori hanno ipotizzato che il calore secco potrebbe essere un metodo per soddisfare tutti e tre i criteri senza la necessità di utilizzare residui chimici. Volevano anche trovare un metodo che fosse ampiamente accessibile alle persone a casa e hanno così scoperto che 50 minuti di calore secco in una stufa elettrica, come in un cuociriso o una pentola istantanea, decontaminano le maschere N95 dentro e fuori mantenendo la loro filtrazione e regolazione. Ciò potrebbe consentire agli utenti di riutilizzare in modo sicuro le mascherine che non sono destinate ad un singolo utilizzo.