Università o lavoro? Il dilemma è di quelli complicati, che possono compromettere il futuro o, quantomeno, portarti verso scelte sbagliate. Noi non ti diremo cosa è meglio, ma ti daremo tutte le motivazioni che pendono da una parte e dall’altra. Sono scelte molto delicate che, quindi, non ci sentiamo di far pendere la bilancia da una parte rispetto a un’altra. Noi ti diamo solo alcune motivazioni.
Perché scegliere il lavoro
Ecco i motivi per cui è meglio scegliere un lavoro
Hai finito la scuola superiore e vuoi capire perché dovresti scegliere di lavorare subito piuttosto che studiare. Il primo aspetto riguarda l’indipendenza: avendo praticamente tutta la giornata per lavorare, puoi concentrarti su quelli e avere già qualche soldo in tasca per poter avere un minimo di indipendenza. Puoi, quindi, viaggiare nel tempo libero, comprarti ciò che vuoi, senza problemi. Quindi, da questo punto di vista, meglio lavorare. Il secondo aspetto riguarda l’imparare un mestiere manuale che potrà sempre servirti in futuro. Ad esempio, puoi cominciare a lavorare in un’officina e imparare a essere un meccanico, ‘sporcandoti’ le mani. Costruirti, quindi, la giusta esperienza e i giusti contatti per un giorno, magari, aprirti qualcosa di tuo. Mai dire mai alla provvidenza. Il terzo aspetto riguarda l’ingresso nel mondo ‘reale’: che tu sia un diplomato o un laureato, nulla sarà semplice e devi sudare. A 18 anni, lavorando, lo capisci prima.
Perché scegliere l’università
Tutti i motivi per cui è meglio scegliere l’università
Perché, invece, dovresti scegliere l’università? Innanzitutto, non a tutti i mestieri puoi accedere solo con il diploma. Se, ad esempio, vuoi essere un magistrato, devi avere una laurea di legge, che ti piaccia o no. Quindi, dipende da chi vuoi essere. Il secondo motivo? La cultura personale. È vero, non tutti i laureati hanno una cultura ‘importante’, alcuni studiano in maniera mnemonica. Ma diciamo le cose come stanno: in rapporto, i laureati hanno una cultura superiore. Non è soltanto una questione di studio ma di esperienze. E, qui, ci colleghiamo al terzo punto (tre a testa, tra diplomati e laureati, per par conditio). Le esperienze che hai all’università non le hai lavorando. Un esempio? L’Erasmus, cioè il trascorrere del tempo a studiare fuori casa. O, ancora, la possibilità di conoscere persone diverse dalla cerchia del tuo paese, persone con cultura, storia differenti dalla tua, che, sicuramente, ti arricchiranno e ti faranno comprendere chi sei tu veramente.
Come scegliere l’università?
Vuoi continuare a studiare? Ecco come scegliere la facoltà giusta per te
Ok, hai scelto di iscriverti all’università. Ma, ora, il punto è un altro: a quale facoltà devi iscriverti? Non tutti hanno la ‘fortuna’ di sapere fin da subito cosa vogliono fare da ‘grandi’ ma, spesso, lo si capisce strada facendo e, questo, è un problema. Come provare a non sbagliare? O, comunque, a cercare di non cadere in errore? Beh, comincia a seguire, ad esempio, i corsi di orientamento in cui alcuni referenti dell’università ti spiegano come potrai trovarti in quell’Ateneo, i percorsi offerti, i servizi proporsi e i corsi di laurea. Cerca anche di mediare tra passione e concretezza. Non ti stiamo dicendo di seguire solo le concrete possibilità lavorative ma cerca di sognare ‘realisticamente’. Certo, troverai storie di successo alla Facoltà X che si trova all’ultimo posto come rapporto tra laureati e posto di lavoro ma, in generale, i dati non mentono. Certo, se hai un’attitudine umanistica non puoi certamente iscriverti a Matematica, tanto per dirne una. Sarebbe più semplice, ovviamente, se partissi dal lavoro che vorresti fare poiché in alcuni settori le tappe sono obbligate. Vuoi essere un commercialista? Devi laurearti in economia, lo prevede la legge. E, ricorda, anche se ‘sbagli’ facoltà puoi sempre rimediare iscrivendoti a un altro indirizzo. Non è mai troppo tardi, non lo diciamo solo noi ma anche una vecchia trasmissione molto in voga nel Dopoguerra!